La festa delle feste. Carnevali antropologici in Lucania

25,00 23,75

  • Testo: Mimmo Cecere
  • ISBN: 9791281411197
  • Formato: 16,5 x 23 cm
  • Pagine: 208

© 2024

20 disponibili

Descrizione

Cinquant’anni fa, il Carnevale era una grande festa attesa tutto l’anno. Per le popolazioni rurali del passato, il fluire circolare del tempo era scandito dal ritmico alternarsi dei mesi e delle stagioni. Un moto che era intercalato dai lavori stagionali: potatura delle piante, raccolta delle erbe spontanee, scerbatura, transumanza, mietitura, trebbiatura, preparazione e stoccaggio dei prodotti alimentari, vendemmia, aratura, semina, raccolta delle olive e uccisione del maiale. Per le popolazioni agro-pastorali del passato, Carnevale era la festa più importante dell’anno. Più di Natale e Pasqua. Il motivo di tale rilevanza risiedeva nel senso di libertà che l’evento sprigionava. A Carnevale s’invertivano i ruoli, dilagavano le trasgressioni e le burle e, finalmente, un po’ tutti potevano riempirsi la pancia. Il caos temporaneo, i mascheramenti improvvisati, i canti di questua, le trasgressioni individuali e collettive oggi sono state in parte rimosse per dare spazio a manifestazioni più ordinate, gestite da organizzazioni locali più rassicuranti e controllate (in genere le Pro-Loco). Il “mondo alla rovescia” che proponeva il vecchio Carnevale è da tempo scomparso. Attualmente, nonostante alti e bassi, laddove il Carnevale si rinnova anche lo spirito dionisiaco continua a manifestarsi nell’atmosfera rumorosa, esaltante e coinvolgente delle sfilate carnevalesche e dei banchetti che seguono a base di cibo e alcool. Sono rituali che, in genere, sopravvivono solo nei piccoli centri abitati, dove la modernità non è riuscita del tutto a cancellare le antiche tradizioni.

Prefazione di Giovanni Kezich

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